Una piccola follia...
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Jo Acier
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Una piccola follia...
Ieri, trovandomi in giro per Lugano, mi sono fatto un regalo, questo
Per chi non lo sapesse è la replica in serie limitata a 1893 esemplari di questo
il primo "soldatenmesser" elvetico del 1901!
Uguale in tutto e per tutto salvo i materiali (acciaio inox e resina stratificata pregiata) e una piccola modifica alle molle per rendere più efficace il movimento delle lame. In una confezione-espositore inusuale anche per molti orologi di alto prezzo.
500 franchi (340€) spesi bene, per un collezionista. Se vi piacciono i coltelli e riuscite a trovarlo, ve lo consiglio vivamente!
Per chi non lo sapesse è la replica in serie limitata a 1893 esemplari di questo
il primo "soldatenmesser" elvetico del 1901!
Uguale in tutto e per tutto salvo i materiali (acciaio inox e resina stratificata pregiata) e una piccola modifica alle molle per rendere più efficace il movimento delle lame. In una confezione-espositore inusuale anche per molti orologi di alto prezzo.
500 franchi (340€) spesi bene, per un collezionista. Se vi piacciono i coltelli e riuscite a trovarlo, ve lo consiglio vivamente!
Jo Acier- Numero di messaggi : 80
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Re: Una piccola follia...
Non ha il touchpad, non è una tettona venticinquenne e non si mangia, spreco di denaro.
Si fa per scherzare eh Beppe, collezioni solo coltellini svizzeri o utensileria in generale?
Io svuoto garage a tempo perso, quindi magari ti rivendo qualcosa
Si fa per scherzare eh Beppe, collezioni solo coltellini svizzeri o utensileria in generale?
Io svuoto garage a tempo perso, quindi magari ti rivendo qualcosa
~jinnai- Numero di messaggi : 131
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Re: Una piccola follia...
Pattadese > All
Fuz- Numero di messaggi : 213
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Re: Una piccola follia...
Mi piacciono i coltelli a serramanico, sia svizzeri (ma di tipo militare più che i multiuso rossi) che regionali.
Ho anche diverse pattade, arburesi di Pusceddu, assiminesi di Casula, un vernantino e un maremmano di Saladini, un Marietti, un coltello ottocentesco a "tre pianelle" regalatomi da una vicina e che ho restaurato (veramente spaventoso, 45cm aperto), e varie altre cosette come il "Couteau Le Napoleon" di Cognet-Coursolle (1815 esemplari)
Tra gli svizzeri, molto bello il coltello da barca "Alinghi"
e l'ormai raro "Mauser" che comprai quando ero militare nell'84 e per il quale su internet chiedono fino a 300$
Ho anche diverse pattade, arburesi di Pusceddu, assiminesi di Casula, un vernantino e un maremmano di Saladini, un Marietti, un coltello ottocentesco a "tre pianelle" regalatomi da una vicina e che ho restaurato (veramente spaventoso, 45cm aperto), e varie altre cosette come il "Couteau Le Napoleon" di Cognet-Coursolle (1815 esemplari)
Tra gli svizzeri, molto bello il coltello da barca "Alinghi"
e l'ormai raro "Mauser" che comprai quando ero militare nell'84 e per il quale su internet chiedono fino a 300$
Jo Acier- Numero di messaggi : 80
Data d'iscrizione : 03.08.08
Re: Una piccola follia...
qui vicino c'è scarperia che è una istituzione nel mondo dei coltelli
lowfi- Moderatore
- Numero di messaggi : 563
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Re: Una piccola follia...
Coltelli non ne tratto.
Però ho un sacco di pezzi di vespe/Lambrette auto e moto d'annata.
La sagra della ruggine col fascino.
Però ho un sacco di pezzi di vespe/Lambrette auto e moto d'annata.
La sagra della ruggine col fascino.
~jinnai- Numero di messaggi : 131
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Data d'iscrizione : 28.07.08
Re: Una piccola follia...
Bello questo thread
Colleziono coltelli da quando son piccino. Con il mio primo coltellino vinto al luna park all'età di 8 anni mi tagliai un dito. Non so ancora bene come ci riuscii dato che era un coltellino per bambini e quindi la lama era spessa mezzo metro. Mio padre me lo levò per punizione con la promessa che me lo avrebbe ridato dopo un anno.
Quell'anno creò ovviamente nel piccolo orange una voglia incredibile di coltelli e lame di qualunque tipo. Ho una ventina di coltelli, ma non mi intendo di modelli e marche, mi basta giocherellarci ogni tanto o sceglierne uno da portarmi dietro se vado in montagna o in campagna. Il più caro che ho se ricordo bene sta sui 70 euro, ha il manico in corno ed è veramente bellissimo.
Colleziono coltelli da quando son piccino. Con il mio primo coltellino vinto al luna park all'età di 8 anni mi tagliai un dito. Non so ancora bene come ci riuscii dato che era un coltellino per bambini e quindi la lama era spessa mezzo metro. Mio padre me lo levò per punizione con la promessa che me lo avrebbe ridato dopo un anno.
Quell'anno creò ovviamente nel piccolo orange una voglia incredibile di coltelli e lame di qualunque tipo. Ho una ventina di coltelli, ma non mi intendo di modelli e marche, mi basta giocherellarci ogni tanto o sceglierne uno da portarmi dietro se vado in montagna o in campagna. Il più caro che ho se ricordo bene sta sui 70 euro, ha il manico in corno ed è veramente bellissimo.
OrangE- Numero di messaggi : 468
Umore : Temi tu la morte?
Data d'iscrizione : 26.07.08
Re: Una piccola follia...
lowfi ha scritto:qui vicino c'è scarperia che è una istituzione nel mondo dei coltelli
Difatti Saladini è di Scarperia, come pure il famosissimo (e un po' esoso nei prezzi) Berti.
Ormai, a parte la Sardegna dove ci sono fior di artigiani, i coltelli regionali li fanno tutti loro. Una volta passando per Vernante (CN) mi sono fermato pensando di vedere vernantini in ogni vetrina ma non c'era un cazzo. per comprarne uno come questo (ma in corno scuro)
l'ho dovuto pagare 130€ a Torino, di Saladini.
Se volete approfittare di questo thread per postare immagini dei vostri coltelli preferiti...
Jo Acier- Numero di messaggi : 80
Data d'iscrizione : 03.08.08
Re: Una piccola follia...
~jinnai ha scritto:Coltelli non ne tratto.
Però ho un sacco di pezzi di vespe/Lambrette auto e moto d'annata.
La sagra della ruggine col fascino.
Allora di mestiere fai quello che dalle nostre parti si chiama "feramiu"...
Jo Acier- Numero di messaggi : 80
Data d'iscrizione : 03.08.08
Re: Una piccola follia...
Io mi sto interessando ai coltelli da poco, un annetto e mezzo o due. In realtá mi interessano di piú le lame.
L´acciaio, la struttura dello stesso, la temperabilitá e la conseguente durezza della lama, la sua versatilitá o elasticitá, la sua affilatura e politura, I metodi di forgia, I multristrato, I damasacati, etc etc.
Cosa ti appassiona dei coltelli? Non credo che le lame dello svizzero in questione siano di qualitá particolarmente elevata ma potrei sbagliarmi (se non erro sono inox e questo giá la dice lunga), é quindi il legame con l´artigianato o la storia militare?
Per curiositá, posteresti qualche foto con caratteristiche della lama da 45 cm? Che tipo di acciaio, durezza HRC, provenienza del metallo, luogo di forgiatura e tutto quello che hai o reperisci?
L´acciaio, la struttura dello stesso, la temperabilitá e la conseguente durezza della lama, la sua versatilitá o elasticitá, la sua affilatura e politura, I metodi di forgia, I multristrato, I damasacati, etc etc.
Cosa ti appassiona dei coltelli? Non credo che le lame dello svizzero in questione siano di qualitá particolarmente elevata ma potrei sbagliarmi (se non erro sono inox e questo giá la dice lunga), é quindi il legame con l´artigianato o la storia militare?
Per curiositá, posteresti qualche foto con caratteristiche della lama da 45 cm? Che tipo di acciaio, durezza HRC, provenienza del metallo, luogo di forgiatura e tutto quello che hai o reperisci?
Mauer- Moderatore
- Numero di messaggi : 742
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Data d'iscrizione : 28.07.08
Re: Una piccola follia...
Jo Acier ha scritto:
Se volete approfittare di questo thread per postare immagini dei vostri coltelli preferiti...
Per ora ne ho solo uno, regalatomi da un cacciatore, appena a casa ne posto una foto. Uno Jagdmesser Panther.
Poi ci sarebbe la prima lama che sono riuscito a forgiare da solo
Un pezzaccio di ferro che piúi che tagliare regala il tetano. Anche di questo posso postare le foto quando arrivo a casa sta sera
Coltelli che mi affascinano invece (ricorda che a me interessa di piú l´acciaio) possono spaziare dagli originali giapponesi da cuoco, a quelli da caccia.
C´é chi propone pure coltelli con lama in ossidiana.
Alcune foto :
<-- manico in pelle di razza
<-- lama 14 strati con legga di rame (fattore estetico)
<-- coltello da caccia molto solido, acciaio multistrato HRC60
<-- in assoluto uno dei miei preferiti, prima o poi faccio la pazzia (circa 1000 €)
Mauer- Moderatore
- Numero di messaggi : 742
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Re: Una piccola follia...
Dei coltelli in ceramica che ne pensate?
Inutili lezioserie da poser o qualcosa di veramente utile (anche se solo in certi ambiti)?
Inutili lezioserie da poser o qualcosa di veramente utile (anche se solo in certi ambiti)?
lowfi- Moderatore
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Re: Una piccola follia...
Dei coltelli in ceramica, solo per cucina, ho letto buone cose.
Hanno un ottima lama, molto tagliente e resistente nel tempo.
hano bisogno di una cura e mantenimento differenti dai coltelli in metallo (mi pare si usino pietre con grana finissima per affilarli, devo controllare).
Considera che le migliori lame (per durezza e affilatura) sono di metallo non inox e quindi in cucina la cura che richiedono é piuttosto maniacale (pulirle subito dopo l´uso, usare poca acqua e possibilmente 0 detergenti, strofnarle con olio di camomilla prima di riporle, riporle separatamente dalle altre lame, possibilmente nel legno, etc etc), quindi ben venga un materiale come la ceramica che offre standard di affilatura e durata simili ma senza l´impegno per mantenerle.
Hanno inoltre il plus della grande igenicitiá, dovuta alla struttura molecolare particolarmente densa. mi pare che addirittura non prendano odori.
Hanno un ottima lama, molto tagliente e resistente nel tempo.
hano bisogno di una cura e mantenimento differenti dai coltelli in metallo (mi pare si usino pietre con grana finissima per affilarli, devo controllare).
Considera che le migliori lame (per durezza e affilatura) sono di metallo non inox e quindi in cucina la cura che richiedono é piuttosto maniacale (pulirle subito dopo l´uso, usare poca acqua e possibilmente 0 detergenti, strofnarle con olio di camomilla prima di riporle, riporle separatamente dalle altre lame, possibilmente nel legno, etc etc), quindi ben venga un materiale come la ceramica che offre standard di affilatura e durata simili ma senza l´impegno per mantenerle.
Hanno inoltre il plus della grande igenicitiá, dovuta alla struttura molecolare particolarmente densa. mi pare che addirittura non prendano odori.
Mauer- Moderatore
- Numero di messaggi : 742
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Data d'iscrizione : 28.07.08
Re: Una piccola follia...
Ah, ovviamente non essendo affatto elastici, se cadono vanno in pezzi
Mauer- Moderatore
- Numero di messaggi : 742
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Data d'iscrizione : 28.07.08
Re: Una piccola follia...
Mauer ha scritto:
Cosa ti appassiona dei coltelli? Non credo che le lame dello svizzero in questione siano di qualitá particolarmente elevata ma potrei sbagliarmi (se non erro sono inox e questo giá la dice lunga), é quindi il legame con l´artigianato o la storia militare?
Per curiositá, posteresti qualche foto con caratteristiche della lama da 45 cm? Che tipo di acciaio, durezza HRC, provenienza del metallo, luogo di forgiatura e tutto quello che hai o reperisci?
Dei coltelli mi piace l'estetica, la forma della lama e del manico, la meccanica. Ovviamente se sono di un buon metallo è meglio. Preferisco le lame artigianali dove si apprezza bene l'affilatura "a rasoio", mentre gli svizzeri tagliano benissimo ma hanno il bisello molto evidente. Ovviamente i primi possono essere affilati solo da uno specialista con la mola ad acqua, anche se per ravvivarli avevo comprato una pietra dell'Arkansas da usare con l'olio. I secondi si affilano molto bene con l'affilatore a mano Wenger
che ha già l'inclinazione giusta per entrambi i lati della lama e va bene per tutti i coltelli non troppo raffinati. Ci ho affilato anche il coltello antico dopo avergli ricostruito colla lima la punta che era rotta...
Comunque al giorno d'oggi tutte le lame tendono all'inossidabile, è una questione di lega. Sono pochi quelli in ferro che arrugginisce facilmente.
Il coltello antico (che in realtà ha una lama da 20 cm) secondo me è toscano e dell'ottocento perché assomiglia ad uno che ho visto su un sito francese dedicato alla collezione ed è a "tre pianelle", tipica lama toscana. La mia vicina mi ha confermato che la madre del suo defunto marito, il quale collezionava armi ed era cacciatore, era toscana. Inoltre nel 1871 venne proibito l'uso di coltelli superiori ai 10 cm e comunque con lama bloccabile. Nel 1908 la legge Giolitti portò la misura a 4 cm per i coltelli appuntiti, per cui nacque la "mozzetta". Potrebbe essere stato prodotto clandestinamente ma è di assai pregevole fattura e ha una marchiatura sulla lama. Posterò una foto.
Ovviamente non ho altri dati e nemmeno ho fatto fare un'indagine metallografica sul coltello...
Jo Acier- Numero di messaggi : 80
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Re: Una piccola follia...
Hmmmm no, le lame sono nella maggior parte di acciaio, sempre stato cosí. Il ferro e´troppo dolce e piuttosto scarso di qualitá necessarie ad una lama. L´acciaio, che puó essere inossidabile o meno, é appunto una lega. L´acciaio inossidabile é in particolare una lega con rapporti di cromo nella legatura che lo rendono particolarmente resistente all´ossidazione, per questioni chimiche.Jo Acier ha scritto:
Comunque al giorno d'oggi tutte le lame tendono all'inossidabile, è una questione di lega. Sono pochi quelli in ferro che arrugginisce facilmente.
Grazie per le infoJo Acier ha scritto:
Il coltello antico (che in realtà ha una lama da 20 cm) secondo me è toscano e dell'ottocento perché assomiglia ad uno che ho visto su un sito francese dedicato alla collezione ed è a "tre pianelle", tipica lama toscana. La mia vicina mi ha confermato che la madre del suo defunto marito, il quale collezionava armi ed era cacciatore, era toscana. Inoltre nel 1871 venne proibito l'uso di coltelli superiori ai 10 cm e comunque con lama bloccabile. Nel 1908 la legge Giolitti portò la misura a 4 cm per i coltelli appuntiti, per cui nacque la "mozzetta". Potrebbe essere stato prodotto clandestinamente ma è di assai pregevole fattura e ha una marchiatura sulla lama. Posterò una foto.
Ovviamente non ho altri dati e nemmeno ho fatto fare un'indagine metallografica sul coltello...
In ogni caso non e´necessario un esame metallografico per stabilire la durezza, basta una macchina rockwell, probabilmente ne trovi da qualche fabbro.
Se invece te la senti, mi puoi mandare il coltello e te lo faccio analizzare nel nostro laboratorio, durezza, composizione chimica, esame metallografico con foto microscopio elettronico, etc.
Mauer- Moderatore
- Numero di messaggi : 742
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Re: Una piccola follia...
io me ne sono costruito 1 stile rambo, posterò delle foto
Apolitico- Numero di messaggi : 37
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Re: Una piccola follia...
Costruito nel senso che hai comprato il kit/pezzi separati?
Oppure ti sei fatto ogni singolo pezzo?
Oppure ti sei fatto ogni singolo pezzo?
Mauer- Moderatore
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Data d'iscrizione : 28.07.08
Re: Una piccola follia...
lowfi ha scritto:Dei coltelli in ceramica che ne pensate?
Inutili lezioserie da poser o qualcosa di veramente utile (anche se solo in certi ambiti)?
Io ne ho uno, mio fratello ne portò due dal Giappone uno per se e uno per mia madre. Sono assolutamente utilissimi. Cambia il modo di affettare le cose, tu lo appoggi e lo fai scorrere con due dita sfruttando la lunghezza del filo e fa tutto lui. Veramente impressionante. Confermo tutto quello che ha detto Mauer.
OrangE- Numero di messaggi : 468
Umore : Temi tu la morte?
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Re: Una piccola follia...
Tra l'altro è un ottimo regalo di Natale per la mamma, per chi non sa che cazzo comprare
OrangE- Numero di messaggi : 468
Umore : Temi tu la morte?
Data d'iscrizione : 26.07.08
Re: Una piccola follia...
Ovviamente è sempre acciaio, anche un semplice Aq42. Non intendevo mica ferro puddellato... Noi in genere lo chiamiamo familiarmente ferro...Mauer ha scritto:
Hmmmm no, le lame sono nella maggior parte di acciaio, sempre stato cosí. Il ferro e´troppo dolce e piuttosto scarso di qualitá necessarie ad una lama. L´acciaio, che puó essere inossidabile o meno, é appunto una lega. L´acciaio inossidabile é in particolare una lega con rapporti di cromo nella legatura che lo rendono particolarmente resistente all´ossidazione, per questioni chimiche.
Intendevo dire che i coltellinai usano acciai che sono già inossidabili anche se non sono lavorati a specchio come quelli svizzeri. Magari sono martensitici invece che austenitici, tu che te ne intendi puoi spiegarci meglio. Ho dei Casula sardi che sono in AISI 420 ma hanno un aspetto assai artigianale, nel senso buono del termine. Non sopporto invece certi Laguiole dalla lama spessa e dagli spigoli arrotondati come fossero delle fusioni cromate.
Un coltello antico, come pure alcune pattade più vecchie o tradizionali, penso sia invece in semplice acciaio al carbonio, o magari debolmente legato. Se riposti bagnati arrugginiscono facilmente.
In ogni caso non e´necessario un esame metallografico per stabilire la durezza, basta una macchina rockwell, probabilmente ne trovi da qualche fabbro.
Se invece te la senti, mi puoi mandare il coltello e te lo faccio analizzare nel nostro laboratorio, durezza, composizione chimica, esame metallografico con foto microscopio elettronico, etc.
Io ho un punzone Brinell, ma non ho nessuna voglia di fare impronte sulla lama...
Jo Acier- Numero di messaggi : 80
Data d'iscrizione : 03.08.08
Re: Una piccola follia...
Qualche sito dove vedere cose interessanti...
Coutellerie Dieppoise
Coutellerie Thiers
Un monde de couteaux
Coutellerie Dieppoise
Coutellerie Thiers
Un monde de couteaux
Jo Acier- Numero di messaggi : 80
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Re: Una piccola follia...
Non pensavo che Aq42 fosse ancora in uso cmq essendo una lega, seppure povera, ha tutto il diritto di essere chiamato “accciaio”Jo Acier ha scritto:
Ovviamente è sempre acciaio, anche un semplice Aq42. Non intendevo mica ferro puddellato... Noi in genere lo chiamiamo familiarmente ferro...
Confesso che per il pudellato ho dovuto ricercare. Non ho trovato granché, a parte che si trattava di un metodo di produzione cito “(Iron puddle) si può tradurre con “ferro rimescolato” : Henry Cort nel 1784 ha messo a punto un forno orizzontale dove faceva affluire la ghisa liquida e con dei bastoni (di ferro) la rimescolava portando via via in superficie il carbonio che ovviamente a contatto con l’ossigeno dell’atmosfera si bruciava, decarburando così la ghisa e ottenendo nel contempo una produzione abbastanza alta di ferro, ferro senz’altro peggiore come qualità di quello magliato ma molto più abbondante ed economico.”
Quello che manca nella citazione é che ai tempi della invenzione si usava ancora legna e non carbone per I forni, con la conseguenza che il ferro non conteneva zolfo (presente nel carbone ma non nella legna), risultando quindi piú puro.
Qui mi hai spiazzato, non capisco cosa intendi. Martensitico e austenitico sono stati della struttura molecolare dell´acciaio e puri non esistono (martensitico al 100% o auste 100%). Un acciaio con struttura martensitica é talmente duro da risultare fragile come il vetro (o la ceramica) rendendolo completamente inutile. Alcuni fanno confusione ed appiccicano tali aggettivi alle differenti analisi chimiche, quando esse invece influenzano lo stadio cosiddetto gamma della struttura molecolare (ed indirettamente la successiva struttura austenitica o martensitica).Jo Acier ha scritto:
Intendevo dire che i coltellinai usano acciai che sono già inossidabili anche se non sono lavorati a specchio come quelli svizzeri. Magari sono martensitici invece che austenitici.
Forse hai preso info dalle fonti sbagliate, se vuoi approfondisco con quel poco che so.
Si, capisco d´altro canto come ti ho detto io sono piú interessato alla lama che all´oggetto in se, quindi capisco la tua ritrosia ma tu spero capisca la mia curiositáJo Acier ha scritto:
Io ho un punzone Brinell, ma non ho nessuna voglia di fare impronte sulla lama...
Mauer- Moderatore
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Re: Una piccola follia...
Premettendo che le mie scarse cognizioni di metallurgia si limitano a ciò che è contenuto nella raccolta M della normativa ISPESL per la costruzione di apparecchi a pressione, in genere si definiscono (forse impropriamente) "austenitici" gli acciai inox della serie AISI 300: 304, 310, 316 ecc. contenenti nickel, cromo e molibdeno in percentuali variabili. In genere io uso il 304 (o il 316 se è richiesta una maggiore resistenza alla corrosione) per le normali temperature e il 310 per l'impiego in alta temperatura come acciaio refrattario per ancoraggi e virole. Esiste l'Inconel che è più adatto ma è mostruosamente caro...
"Martensitici" dovrebbero essere invece acciai senza nickel, quindi non inossidabili (prendono comunque meno la ruggine) ma con elevate proprietà meccaniche, tipo la serie AISI 400: 410, 420... In effetti quei coltelli di alto artigianato che dicevo (i sardi ma penso anche quelli di Scarperia) risultano in 420.
Ci sono poi acciai debolmente legati o legati il cui scopo, negli apparecchi a pressione, è di resistere a notevoli sollecitazioni meccaniche ad alta temperatura, per esempio i tubi di surriscaldatori di vapore che lavorano ad alta pressione >50 bar e alta temperatura >400°C. Per esempio, sparato a caso, un 14Cr Mo3.
Concludo dicendo che normalmente, per motivi di malleabilità dovendo essere allargati per mandrinatura in sedi tubiere, il nostro impiego è in maggioranza di tubi in Fe35.2 o, secondo la classificazione attuale, P 235 GH TC1.
Ciò è quello che normalmente definiamo "ferro", al pari delle lamiere P355 NH. Questi materiali li usiamo anche per la qualificazione dei saldatori tubisti. Gli acciai legati, come dicevo, si impiegano nel surriscaldato e sono destinati unicamente alla saldatura non essendo malleabili.
Naturalmente in ambienti di laboratorio la terminologia è meno approssimativa, te ne dò atto...
"Martensitici" dovrebbero essere invece acciai senza nickel, quindi non inossidabili (prendono comunque meno la ruggine) ma con elevate proprietà meccaniche, tipo la serie AISI 400: 410, 420... In effetti quei coltelli di alto artigianato che dicevo (i sardi ma penso anche quelli di Scarperia) risultano in 420.
Ci sono poi acciai debolmente legati o legati il cui scopo, negli apparecchi a pressione, è di resistere a notevoli sollecitazioni meccaniche ad alta temperatura, per esempio i tubi di surriscaldatori di vapore che lavorano ad alta pressione >50 bar e alta temperatura >400°C. Per esempio, sparato a caso, un 14Cr Mo3.
Concludo dicendo che normalmente, per motivi di malleabilità dovendo essere allargati per mandrinatura in sedi tubiere, il nostro impiego è in maggioranza di tubi in Fe35.2 o, secondo la classificazione attuale, P 235 GH TC1.
Ciò è quello che normalmente definiamo "ferro", al pari delle lamiere P355 NH. Questi materiali li usiamo anche per la qualificazione dei saldatori tubisti. Gli acciai legati, come dicevo, si impiegano nel surriscaldato e sono destinati unicamente alla saldatura non essendo malleabili.
Naturalmente in ambienti di laboratorio la terminologia è meno approssimativa, te ne dò atto...
Jo Acier- Numero di messaggi : 80
Data d'iscrizione : 03.08.08
Re: Una piccola follia...
Per quanto riguarda il ferro puddellato: Non sono riuscito a trovarlo, ma ricordo di aver visto cenni sul suo impiego per la costruzione di apparecchi a pressione in una qualche raccolta ANCC degli anni 50-60. Probabilmente è stato impiegato fino agli anni 1880-90 in costruzioni chiodate. Poi penso che l'uso del convertitore Bessemer abbia fatto tramontare quel tipo di lavorazione che come hai detto tu serviva alla decarburazione della ghisa. Se non sbaglio nel convertitore si usava dapprima aria e poi addirittura ossigeno puro.
Anche la ghisa veniva ancora ammessa per apparecchi particolari fino a pressioni di 6 Kg/cm2, cosa adesso inammissibile.
Anche la ghisa veniva ancora ammessa per apparecchi particolari fino a pressioni di 6 Kg/cm2, cosa adesso inammissibile.
Jo Acier- Numero di messaggi : 80
Data d'iscrizione : 03.08.08
Re: Una piccola follia...
Conosco questa definizione, come puoi intuire dal mio precedente intervento, ed é perlappunto fuorviante.Jo Acier ha scritto:Premettendo che le mie scarse cognizioni di metallurgia si limitano a ciò che è contenuto nella raccolta M della normativa ISPESL per la costruzione di apparecchi a pressione, in genere si definiscono (forse impropriamente) "austenitici" gli acciai inox della serie AISI 300: 304, 310, 316 ecc. contenenti nickel, cromo e molibdeno in percentuali variabili.
Cmq, premetto anche io di non essere laureato in metallurgia, ma quello che segue l´ho studiato per interesse personale e professionale, seguendo dei corsi di approfondimento in laboratorio di metallurgia ed analisi.
Edito : mi sono fatto un culo "_______________________________" <-- cosí a scrivere un post kilometrico sul trattamenti di tempra e rinvenimento, struttura austenitica, martensitica, fase gamma e sticazzi.
Poi cercando delle immagini a corredo della spiegazione, trovo : http://it.wikipedia.org/wiki/Martensite
Che é piú conciso di me, forse piú chiaro, con immagini e link di riferimento. Pwnato da Wiki
Cmq, riporto per comoditá, se poi hai ancora dubbi chiedimi pure che cerco di rispondere :
La martensite è una forma allotropica metastabile dell'acciaio, sovrassatura di carbonio, nel reticolo del ferro α. È una fase che non sussiste in equilibrio, ma può essere ottenuta mediante congelamento strutturale dell'austenite (o ferro-gamma) per brusco raffreddamento da temperature superiori a quella di austenitizzazione (variabile a seconda del contenuto in carbonio, comunque compresa tra 727°C e 912°C) fino a temperatura ambiente; si origina così un reticolo tetragonale a corpo centrato piuttosto tensionato.
A temperatura ambiente sarebbe stabile la struttura perlitica, un miscuglio di ferrite (o ferro-alfa) e cementite (composto Fe3C); il raffreddamento troppo rapido, però, fa sì che la massa metallica "non riesca" ad arrangiarsi nella struttura di equilibrio, andando invece a formare una struttura simile a quella austenitica, ma altamente tensionata a causa delle sue condizioni di non-equilibrio: la martensite, appunto. Le sue notevoli deformazioni reticolari, che ostacolano il movimento delle dislocazioni, sono la causa prima dell'indurimento.
La formazione inizia alla temperatura indicata di solito con Ms e si completa alla temperatura Mf; tale intervallo si sposta in basso all'aumentare della concentrazione di carbonio e in alto in presenza di deformazioni plastiche. Il processo avviene quasi istantaneamente, mediante un movimento coordinato di atomi e non per diffusione, impedita dalla bassa temperatura. La nucleazione si avvia dall'interno, non dai giunti dei grani. Nella trasformazione austenite -> martensite aumenta il volume: bisogna quindi porre attenzione che le tensioni interne creatasi non snervino il materiale, con la nascita di distorsioni e cricche.
La martensite è una fase che presenta alta durezza e resistenza meccanica, perciò spesso è ottenuta appositamente in un pezzo mediante il trattamento termico di tempra. Il suo problema, tuttavia, è che è una struttura macroscopicamente fragile e altamente tensionata, perciò spesso alla tempra si fa seguire un trattamento di rinvenimento (la combinazione dei due trattamenti è detta bonifica) allo scopo di "ammorbidire" questi problemi e raggiungere un buon compromesso tra durezza, resistenza e tenacità dell'acciaio.
Da non trascurare, comunque, che una grana austenitica di partenza grossolana genera una grana martensitica altrettanto grossolana: quindi la temperatura di austenitizzazione è il primo fattore da considerare per non eccedere in fragilità. Se l'acciaio contiene meno del 0.6% di carbonio la martensite è di tipo aciculare mentre se il tenore di carbonio all'interno del acciaio è superiore al 0.6% la martensite sarà denominata: martensite a placchette.
Alcuni metallurgisti, per estensione, chiamano martensitiche tutte le strutture metastabili, di qualsiasi lega metallica anche non ferrosa, ottenute attraverso un raffreddamento rapido (quenching) al fine di "congelare" una fase che a temperatura ambiente non si troverebbe in equilibrio, come per l'austenite nel caso dell'acciaio. Si parla così di strutture martensitiche per i bronzi all'alluminio, o per le leghe del titanio.
Nel campo dell´acciaio si vive in una vera e propria babele di termini : ogni regione ha praticamente la sua definizione e marcaJo Acier ha scritto:
In genere io uso il 304 (o il 316 se è richiesta una maggiore resistenza alla corrosione) per le normali temperature e il 310 per l'impiego in alta temperatura come acciaio refrattario per ancoraggi e virole. Esiste l'Inconel che è più adatto ma è mostruosamente caro...
"Martensitici" dovrebbero essere invece acciai senza nickel, quindi non inossidabili (prendono comunque meno la ruggine) ma con elevate proprietà meccaniche, tipo la serie AISI 400: 410, 420... In effetti quei coltelli di alto artigianato che dicevo (i sardi ma penso anche quelli di Scarperia) risultano in 420.
Ci sono poi acciai debolmente legati o legati il cui scopo, negli apparecchi a pressione, è di resistere a notevoli sollecitazioni meccaniche ad alta temperatura, per esempio i tubi di surriscaldatori di vapore che lavorano ad alta pressione >50 bar e alta temperatura >400°C. Per esempio, sparato a caso, un 14Cr Mo3.
Concludo dicendo che normalmente, per motivi di malleabilità dovendo essere allargati per mandrinatura in sedi tubiere, il nostro impiego è in maggioranza di tubi in Fe35.2 o, secondo la classificazione attuale, P 235 GH TC1.
Ciò è quello che normalmente definiamo "ferro", al pari delle lamiere P355 NH. Questi materiali li usiamo anche per la qualificazione dei saldatori tubisti. Gli acciai legati, come dicevo, si impiegano nel surriscaldato e sono destinati unicamente alla saldatura non essendo malleabili.
Naturalmente in ambienti di laboratorio la terminologia è meno approssimativa, te ne dò atto...
Mi trovo spesso a dovermi districare tra qualitá di acciaio a me ignote che si traducono in banali qualitá secondo norme EN.
Lunedí guardo in ufficio se ho una vecchia copia tascabile (versione quindi ridotta) dello Stahlschluessel la BIBBIA delll´acciaio, dove, nella versione completa, sono elencate tutte le marche, le norme, le caratteristiche meccaniche e composizioni chimiche di tutti gli acciai del mondo.
Di cosa ti occupi? Costruzioni meccaniche? Tranciature? Imbutiture?
Mauer- Moderatore
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Re: Una piccola follia...
Ora, come promesso, le foto della lama da me forgiata
Era un pezzo di ferro preso da un cancello, dopo innumerevoli tentativi di creare leghe ed acciai multistrato
Vista dall´alto si puó notare quanto la lama sia dritta :p
Tutto martellato a mano
Qui il coltello da caccia, puma 959 :
Era un pezzo di ferro preso da un cancello, dopo innumerevoli tentativi di creare leghe ed acciai multistrato
Vista dall´alto si puó notare quanto la lama sia dritta :p
Tutto martellato a mano
Qui il coltello da caccia, puma 959 :
Ultima modifica di Mauer il Ven Ott 24, 2008 3:20 pm - modificato 1 volta.
Mauer- Moderatore
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Re: Una piccola follia...
Non ho voglia di capire per quale cazzo di motivo non si veda una fava, copiancolla i link nel browser e GG :approved:
Mauer- Moderatore
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Re: Una piccola follia...
Mauer ha scritto:
Lunedí guardo in ufficio se ho una vecchia copia tascabile (versione quindi ridotta) dello Stahlschluessel la BIBBIA delll´acciaio, dove, nella versione completa, sono elencate tutte le marche, le norme, le caratteristiche meccaniche e composizioni chimiche di tutti gli acciai del mondo.
Di cosa ti occupi? Costruzioni meccaniche? Tranciature? Imbutiture?
Interessante... Molte grazie!
Mi occupo di forni industriali e grandi caldaie a vapore/acqua surriscaldata. Principalmente riparazioni e rifacimenti su impianti.
Giusto oggi pomeriggio stavo scrivendo un'offerta per il rifacimento di una camera di combustione in AISI 310 per l'incenerimento dei fumi di cataforesi. Questo inox resiste a temperature di 1100°C.
Per cui ho sotto mano un catalogo di "Inossidabile s.r.l" di Torino, dove si parla espressamente di acciai inossidabili austenitici serie 300 e acciai inossidabili ferritici e martensitici serie 400.
Ci sono anche le proprietà e i campi di impiego: i 410 e 420 sono indicati come ideali per coltelleria, il 420C addirittura per sfere di cuscinetti. Se ti interessa posso portarlo a casa, scannarlo e postarlo...
Jo Acier- Numero di messaggi : 80
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Re: Una piccola follia...
è già arrivato fuz o qualche altro sardo a dire che IL coltello è il pattada?
salasso- Numero di messaggi : 26
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